
Chi era Henry Molaison? Passato alla storia come l’uomo senza memoria
Henry Gustav Molaison (febbraio 1926 – dicembre 2008), conosciuto anche come H.M., era un cittadino americano il quale è stato sottoposto a lobotomia temporale mediale bilaterale. Questo intervento è risultato necessario in seguito ad una grave forma di epilessia che gli impediva di vivere serenamente. Nello specifico la lobotomia era volta alla resezione chirurgica della parte anteriore dei due ippocampi, delle cortecce paraippocampali, cortecce entorinali, cortecce piriformi e amigdala. Tuttavia, sebbene l’intervento sia andato a buon fine consentendo una riduzione significativa delle crisi epilettiche, si è presto scoperto un grave effetto collaterale, ovvero l’impossibilità di formare nuovi ricordi.
H.M. sviluppò quindi una grave amnesia anterograda. Sebbene la sua memoria di lavoro e la memoria procedurale fossero intatte, non poteva immagazzinare nuovi ricordi nella memoria esplicita. Inoltre, i ricercatori avevano notato la presenza di una moderata amnesia retrograda. Esso non riusciva infatti a ricordare la maggior parte degli eventi nel periodo che andava da uno a due anni precedenti l’intervento, né alcuni eventi fino a 11 anni prima.
Il suo caso fu segnalato per la prima volta da Scoville e Brenda Milner nel 1957 i quali lavorarono assiduamente con lui negli anni successivi l’intervento. Prima della sua morte H.M. fu in grado di completare cruciverba, di fornire risposte su eventi accaduti precedentemente l’intervento e persino di immagazzinare nuovi ricordi.
Questo caso si è rivelato estremamente utile nella storia della neurologia e neuropsicologia, in particolare per una corretta comprensione dei processi di memoria. In questo modo è stato possibile capire quali aree cerebrali fossero implicate nei processi mnemonici, consentendo di avanzare molteplici teorie sui circuiti neurali sottostanti tali funzioni. Questi risultati ci dimostrano inoltre come sia importante lo studio della localizzazione di funzioni cerebrali, tuttavia questo non ci esclude da un recupero di tali funzioni qualora quelle stesse aree del cervello andassero danneggiate o perse.
Di seguito, per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, riportiamo il link di un documentario che spiega in modo dettagliato la vicenda di H.M. e le implicazioni che questa ha avuto nella neurologia: https://www.youtube.com/watch?v=crKl80qnmL8
BIBLIOGRAFIA:
- Benedict Carey (December 6, 2010). “No Memory, but He Filled In the Blanks”. New York Times. Retrieved December 5, 2008.
Henry Gustav Molaison—known through most of his life only as H.M., to protect his privacy—became the most studied patient in the history of brain science after 1953, when an experimental brain operation left him, at age 27, unable to form new declarative memories. … After repeated trials on the same puzzles, the man who lost his memory learned to fill in the right answers. ‘We found that he could learn new semantic, factual information as long as he had something in his memory to anchor it to,’ Dr. Skotko said.
- M. W. Eysenck; M. T. Keane (2005). Cognitive Psychology: A Student’s Handbook (5th ed.). Hove, UK: Psychology Press. ISBN 0-86377-375-3.
- E. E. Smith; S. M. Kosslyn (2007). Cognitive Psychology: Mind and Brain (1st ed.). Upper Saddle River, NJ: Pearson/Prentice Hall. ISBN 978-0-13-182508-6.
Dott. Davide Bertelloni
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