
Digiunare fa bene al cervello! Effetti su cancro, demenze, sistema immunitario, diabete e capacità cerebrali
Il cibo è il mezzo principale attraverso cui il nostro corpo trae energie, perciò potremmo pensare che una sua costante assunzione sia necessaria ed indispensabile. Di certo senza cibo la vita non sarebbe possibile, ma è stato dimostrato che brevi periodi di digiuno possono migliorare le capacità psichiche e il benessere corporeo. Questo fenomeno è reso possibile dalla necessità del nostro cervello di entrare in una fase di “sopravvivenza”, nella quale viene aumentato lo stato di allerta e il funzionamento cerebrale in generale, oltre che da meccanismi fisiologici a cascata che vengono attivati durante tale stato.
Studi sui topi, condotti nel laboratorio di neuroscienze del National Institute of Aging diretto dal professor Mark Mattson, hanno confermato questo fenomeno. Nutrire i topolini in modo discontinuo, ovvero a giorni alterni, ha comportato un incremento di neurogenesi e sinaptogenesi, o meglio la formazione di nuovi neuroni e sinapsi. Di conseguenza sono stati riportati miglioramenti in funzioni cognitive come l’apprendimento e la memoria. Questo fenomeno si osserva a partire dalle 10-14 ore di digiuno. Dopo tale tempistica si assiste ad un esaurimento delle scorte di glicogeno nel fegato e il nostro organismo si trova costretto a procurarsi energia direttamente dai grassi presenti nelle cellule adipose. I grassi vengono trasformati in chetoni, molecole che stimolano la nascita e la crescita di nuovi neuroni promuovendo la produzione di BDNF, il Brain Derived Neurotrophic Factor. In breve, il BDNF è un fattore neurotrofico che consente di sostenere la sopravvivenza di neuroni già esistenti, ne favorisce la crescita e la differenziazione. In particolare, è presente nell’ippocampo, nella corteccia cerebrale e nel prosencefalo basale, aree fondamentali per l’apprendimento, la memoria, e il pensiero. È stata dimostrana inoltre il legame tra la carenza di BDNF e patologie come: depressione, schizofrenia, disturbo ossessivo-compulsivo, la sindrome di Alzheimer, malattia di Huntington, sindrome di Rett e demenza. Per questi motivi il digiuno si rivela un fattore di protezione verso numerose patologie e disturbi psichici.
Parallelamente a quanto discusso sono sempre più solide le prove scientifiche che dimostrano l’associazione tra il digiuno e la capacità di combattere malattie croniche. La restrizione calorica infatti allunga la vita e ritarda le malattie croniche legate all’età in molte specie animali come nei ratti, topi, pesci, vermi,… Inoltre, alcuni lavori riportano l’associazione tra il digiuno ed un miglioramento in tumori e cancro. Questo è reso possibile dalla necessità dei tumori di consumare energia. Le cellule cancerogene quindi se non ricevono energia dai chetoni, proprio come avviene durante il digiuno, non possono crescere e aumentare di numero. Attualmente sono ancora poche le prove scientifiche a riguardo, ma studi futuri dovranno fare maggior luce in questo ambito in quanto si rivela estremamente importante per contrastare patologie come tumori e cancro.
Ma gli effetti del digiuno non finiscono qui. Uno studio pubblicato dai ricercatori della University of Southern in California ha mostrato che cicli prolungati di digiuno proteggono da problematiche al sistema immunitario e inducono la rigenerazione di esso. In parole semplici il digiuno consente la pulizia di cellule immunitarie vecchie e ne induce la produzione di nuove. Allo stesso modo è stato visto un incremento della produzione di cellule progenitrici, staminali e del sangue. Questo effetto determina quindi un ringiovanimento dell’intero corpo agendo su ossa, muscoli, sistema immunitario e cervello. Le ricerche affermano inoltre effetti positivi a livello cardiovascolare, riducendo addirittura del 58% il rischio di patologie cardiache e del 50% lo sviluppo di diabete.
Riassumendo il digiuno comporta: consumo delle riserve di grasso, eliminazione di tossine che si erano accumulate nel tessuto adiposo, neurogenesi e sinaptogenesi, riduzione dell’infiammazione cronica, riduzione di colesterolo, protezione verso malattie come Alzheimer e Parkinson, miglioramento della memoria e delle funzioni cognitive, contrasta lo sviluppo di cancro e potenzia il sistema immunitario proteggendo il corpo da virus, batteri e influenza.
Per concludere, come spunto di riflessione, riportiamo qui di seguito le parole del Dott. Mark Mattson, professore di neuroscienze presso la Johns Hopkins University, il quale, durante un suo intervento a TEDtalk, ha affermato: “Perché la dieta normale è composta da tre pasti giornalieri più spuntini vari? Non si tratta di un modo sano di nutrirsi, questa è la mia opinione, ma penso che ci siano molte prove a favore di questo mio ragionamento. C’è moltissima pressione su questo modello nutrizionale, e moltissimo denaro in gioco. L’industria alimentare guadagna se oggi salto la colazione? No! Anzi, perde una piccola parte del suo guadagno. Se la gente digiuna, l’industria alimentare non fa soldi. Che dire delle industrie farmaceutiche? E se le persone praticano periodicamente il digiuno intermittente, diventando più sane, l’industria farmaceutica può fare soldi sulle persone sane?”.
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Dott. Davide Bertelloni
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