
Discontrollo degli impulsi: come lesioni e tumori nel circuito prefrontale-Amigdala possono portare a comportamenti violenti e omicidi
I processi di regolazione dello stato emotivo di paura vertono sulle capacità della corteccia prefrontale nell’inibire l’iperfunzionalità dell’Amigdala. In questo senso alcuni studi fMRI ci hanno permesso di mettere in relazione comportamenti antisociali e criminali in seguito alla presenta di lesioni cerebrali e/o tumori. In particolare, le aree implicate sono: corteccia orbitofrontale, corteccia prefrontale dorsolaterale, corteccia prefrontale mediale e amigdala.
Per fare qualche esempio, in un interessante studio di Grafman et al, (1996) sono stati osservati i comportamenti aberranti e aggressivi che veterani della guerra del Vietnam mettevano in atto una volta tornati negli Stati Uniti. Grazie a metodiche di Risonanza Magnetica è stato possibile correlate i comportamenti violenti con lesioni diffuse a livello della corteccia prefrontale. Tali problematiche a livello biologico erano alla base del discontrollo degli impulsi osservato in tali soggetti.
Parallelamente, molto famosa è la storia di Charles Whitman il quale il 1° agosto del 1966, dopo la mezzanotte, uccise la madre stragolandola con un tubo di gomma e successivamente accoltellò la moglie. Vicino ai due cadaveri lasciò una lettera scritta il giorno prima. Qualche ora dopo, nella tarda mattinata, si recò all’ Università del Texas. Salì al 28esimo piano della torre che faceva parte dell’edificio e, dopo aver ucciso la receptionist, cominciò a sparare sulla folla sottostante. Dopo 96 minuti due poliziotti sono riusciti a freddarlo, nel mentre ha ucciso 16 persone ferendone altre 30.
Ecco un estratto della lettera scritta da Charles prima di compiere i suoi ultimi atti: “Non capisco proprio cosa mi spinga a battere a macchina questa lettera. Forse devo lasciarvi un vago motivo per spiegare ciò che ho appena fatto. Ultimamente proprio non mi capisco. Ho sempre supposto di essere un giovane ragionevole ed intelligente, nella media. Tuttavia, ultimamente (non riesco a ricordare quando sia cominciato) sono stato vittima di diversi pensieri irrazionali. Questi pensieri ricorrono costantemente e per concentrarmi nelle mansioni di tutti i giorni ho bisogno di un tremendo sforzo mentale.
In marzo, quando i miei genitori hanno divorziato, ho sofferto molto di stress. Ho consultato il dottor Cochrum del centro di salute dell’università, e gli ho chiesto di suggerirmi qualcuno a cui rivolgermi per ottenere una consulenza sui disordini psichiatrici che pensavo di avere. Ho discusso con il dottore per circa due ore ed ho provato a spiegargli i miei timori su quegli impulsi violenti. Dopo quell’incontro il medico non mi ha più ricevuto, da allora combatto da solo la mia agitazione mentale, ma inutilmente. Dopo la mia morte desidero che sia effettuata un’autopsia per verificare se è realmente presente un disordine fisico visibile. Ho avuto alcune emicranie tremende nel passato e ho consumato due grandi bottiglie di Excedrin negli ultimi tre mesi. Dopo molte riflessioni ho deciso di uccidere mia moglie, Kathy, stasera l’ho “estratta a sorte” sull’elenco telefonico. […] Non riesco a trovare alcun motivo razionale per spiegare il perché di tutto questo. Non so se è egoismo, o se lo faccio perché non voglio che mia moglie affronti l’imbarazzo che le mie azioni le causerebbero. […] Intendo ucciderla nel modo meno doloroso possibile.
Motivi simili mi hanno spinto a uccidere mia madre. Non penso che quella povera donna abbia mai goduto pienamente della propria vita. Era una donna giovane e semplice che ha sposato un uomo molto possessivo. Sono stato testimone per almeno un mese delle botte che ha preso. Inoltre, mio padre l’ha sempre fatta vivere sotto il suo livello abituale. Immagino che sembrerà che io abbia ucciso entrambi i miei più grandi amori. Ho solo provato a fare un lavoro completo e rapido. Se la mia assicurazione sulla vita è valida, verificate che tutti gli assegni a vuoto che ho compilato questa settimana siano compensati. Pagate i miei debiti. […] Quello che avanzerà donatelo, in via anonima, a una fondazione per la salute mentale. Forse la ricerca potrà impedire ulteriori tragedie di questo tipo.”
Charles Whitman era stato descritto come un uomo che durante la sua vita aveva sempre mantenuto un comportamento ineccepibile, eppure qualcosa lo aveva spinto negli ultimi tempi a cambiare pensieri e azioni. Dopo la sua morte è stata trovata una grossa massa tumorale a livello dell’Amigdala, questo ha permesso di poter ipotizzare un deficit nel circuito responsabile del controllo degli impulsi e quindi della regolazione emotiva.
Abbiamo citato questi due esempi, che non sono gli unici di questo tipo, in quanto hanno avuto una forte risonanza mediatica. In entrambi i casi il settore scientifico è riuscito a dare una spiegazione/ipotesi a questi repentini cambiamenti di comportamento correlandoli con lesioni in specifiche aree prefrontali. Questo non vuol dire che tutti i criminali hanno lesioni cerebrali, né che i soggetti con tumori in queste regioni cerebrali possano mettere in atto comportamenti omicidi. Si potrebbe però pensare ad un fattore di rischio?
Concludendo, anche in questi casi è possibile osservare ancora una volta la straordinaria interazione tra mente e corpo. Si abbatte il dualismo cartesiano per definire un rapporto di interazione dinamica tra la mente/comportamento e le strutture neurali sottostanti.
Bibliografia e Sitografia
Grafman J, Schwab K, Warden D, Pridgen A, Brown HR, Salazar AM: Frontal lobe injuries, violence, and aggression: a report of the Vietnam Head Injury Study. Neurology 1996 May;46(5):1231-8.
https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Whitman
https://www.britannica.com/event/Texas-Tower-shooting-of-1966
Dott. Davide Bertelloni
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