
Disturbi del comportamento alimentare (DCA): quando il cibo diventa un nemico
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono caratterizzati da un’alterazione del corretto consumo o assorbimento di cibo e/o comportamenti ad essi associati. I DCA causano una significativa compromissione a livello fisiologico e psicosociale. Secondo quando definito dal manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali (DSM-5) rientrano in questa categoria i seguenti disturbi:
- Pica: questo disturbo consiste nel consumo persistente di sostanze non nutritive e non alimentari per un periodo di almeno un mese. Tale comportamento non è dovuto ad una norma culturale, e se si presenta durante un altro disturbo clinico o condizione medica ha una gravità tale da giustificare un intervento clinico.
- Disturbo da ruminazione: questo disturbo è caratterizzato da rigurgiti ripetuti di cibo per un periodo di almeno un mese. Il cibo rigurgitato può essere masticato e deglutito di nuovo o sputato. Questo fenomeno non è dovuto ad un problema gastro intestinale o fisiologico. Se il disturbo da ruminazione si presenta durante un altro disturbo clinico o condizione medica ha una gravità tale da giustificarne l’intervento clinico.
- Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo: questo disturbo è caratterizzato dall’incapacità di soddisfare le proprie esigenze nutrizionali e/o il fabbisogno energetico. Tale condizione è associata ad almeno uno tra: significativa perdita di peso o mancato raggiungimento del peso ideale; carenze nutrizionali; dipendenza da un certo tipo di alimentazione o integratori alimentari; disfunzionalità psicosociale. È necessario sottolineare che questo disturbo non è causato da mancanze o carenze di cibo a disposizione né da una pratica culturale.
- Anoressia nervosa: l’anoressia nervosa è determinata da una restrizione dell’apporto energetico rispetto al reale fabbisogno del soggetto e da una significativa riduzione di peso. Questi pazienti mostrano intensa paura di aumentare il loro peso o di ingrassare, oppure mettono in atto comportamenti volti ad agire sull’aumento di peso. È alterata la percezione del proprio peso e della propria forma e questo influenza la valutazione di sé stessi. Inoltre vi è mancato riconoscimento della gravità attuale del basso peso corporeo.
- Bulimia nervosa: la bulimia nervosa è caratterizzata da ricorrenti abbuffate (almeno una alla settimana per 3 mesi), le quali sono determinate dall’assunzione di grandi quantità di cibo in un breve periodo, accompagnate dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio. Parallelamente, questi pazienti mettono in atto comportamenti compensatori inappropriati e ricorrenti con il fine di non aumentare di peso (esempio: vomito autoindotto; uso di lassativi; digiuno). L’autovalutazione è fortemente influenzata dalla forma del corpo e dal peso.
- Disturbo da alimentazione incontrollata: questo disturbo è caratterizzato da ricorrenti abbuffate (almeno una alla settimana per 3 mesi), le quali sono determinate dall’assunzione di grandi quantità di cibo in un breve periodo, accompagnate dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio. Questi episodi di abbuffate sono accompagnati da almeno tre o più tra: mangiare rapidamente; mangiare fino a sentirsi pieno con una sensazione di disagio; mangiare grandi quantità di cibo quando non si ha fame fisica; mangiare da soli perché ci si sente imbarazzati da quanto si sta mangiando; sentirsi disgustati di sé stessi, depressi o con sensi di colpa. Si riscontra inoltre una marcata angoscia. Infine, è da sottolineare che nel disturbo da alimentazione incontrollata non sono previste condotte compensatorie come: vomito autoindotto, uso di lassativi e digiuno.
Questi disturbi sono più presenti nelle femmine rispetto ai maschi, anche se negli ultimi anni la differenza di genere si sta riducendo sempre di più. Tuttavia, desta preoccupazione il costante aumento di queste problematiche, spesso associate a questioni culturali e canoni estetici particolarmente rigidi e ben definiti. Si stima infatti che nel corso della vita lo 0,5-1% delle persone vada incontro ad un disturbo di anoressia, mentre l’1,5% a bulimia. Per questo è necessario intervenire in modo preventivo per una corretta gestione del fenomeno.
Per approfondire l’argomento si rimanda ai post dedicati ai disturbi quali: Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da alimentazione incontrollata.
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Pub.
Liliana Dell’Osso,Antonio Vita,Armida Mucci (2018). Manuale di clinica e riabilitazione psichiatrica. Dalle conoscenze teoriche alla pratica dei servizi di salute mentale. Vol. 1: Psichiatria clinica. Giovanni Fioriti Editore. EAN: 9788898991792
Dott. Davide Bertelloni
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