
Disturbo di depressione maggiore: diagnosi, cause e trattamento
Il disturbo da depressione maggiore (DM) è caratterizzato dalla presenza di umore depresso e/o perdita di interessi, in aggiunta ad ulteriori sintomi fisiologici e psichici. Questi soggetti, secondo quanto definito dal manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali (DSM-5), devono riportare almeno un sintomo tra:
- Umore depresso: risultano tristi, privi di speranze per il futuro, si sentono spenti.
- Perdita di interessi: sono poco o per nulla interessati ad hobby e non percepiscono divertimento nel svolgere le attività.
Sono inoltre richiesti altri criteri tra cui: significativo aumento o perdita di peso o appetito; insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio; senso di fatica o perdita di energie; senso di svalutazione o di colpa (svalutazione del proprio valore, sentimenti di colpa, ruminazioni); difficoltà di concentrazione (fanno fatica a concentrarsi, a pensare, si distraggono facilmente); pensieri ricorrenti di morte (questi soggetti possono avere ideazione suicidaria, ideazione di un piano specifico per commettere suicidio, o tentativi di suicidio). Questi sintomi creano disagio significativo in ambito sociale, lavorativo e in altre aree della vita del soggetto, inoltre non sono attribuibili agli effetti di una sostanza o altra condizione medica.
Caratteristiche del disturbo
Il disturbo da depressione maggiore può comportare frequenti crisi di pianto, irritabilità, ruminazioni ossessive, fobie, eccessive preoccupazioni per la salute fisica e disturbi psicosomatici. Inoltre, si riscontra spesso ansia, definendo livelli di comorbidità elevati tra i disturbi depressivi e i disturbi d’ansia.
L’insorgenza di questo disturbo può avvenire a qualsiasi età, tuttavia il picco si riscontra intorno ai 20 anni. Il decorso è variabile, sebbene la remissione totale risulta essere molto rara. Perciò è fondamentale distinguere soggetti che hanno avuto ricadute e che sono affetti da una patologia cronica, da individui la cui sintomatologia depressiva si è sviluppata di recente in seguito a fattori o eventi scatenanti. 2 soggetti su 5 escono dall’episodio depressivo entro 3 medi dall’esordio, 1 su 5 invece entro un anno. Individui che mostrano eccessiva ansia, sintomi psicotici e disturbi di personalità, hanno episodi depressivi con durata maggiore.
La persistenza di sintomi depressivi anche lievi durante la remissione è un potente predittore di recidiva. Questo disturbo è inoltre associato ad un’alta mortalità, tra le cause principali vi è il suicidio.
Episodio depressivo o bipolarità
Spesso i disturbi bipolari fanno il loro esordio con episodi depressivi, perciò risulta necessario valutare e indagare l’andamento dell’episodio. È possibile infatti che dopo qualche mese di sintomi depressivi il soggetto faccia viraggio, ovvero che entri in fase ipomaniacale o maniacale. In questi casi non si tratta di depressione maggiore ma di disturbo bipolare.
Studiando i quadri clinici dei pazienti, è spesso possibile osservare in soggetti diagnosticati con depressione maggiore dei periodi passati in cui mostravano un livello di umore elevato. Questo ha portato alcuni studiosi ad avanzare l’ipotesi che l’oscillazione umorale sia insita nella natura umana, e che perciò la diagnosi di depressione maggiore debba evolversi all’interno dei disturbi bipolari.
Eziologia del disturbo
Alla base del disturbo depressivo maggiore vi sono diversi fattori, tra cui:
- Temperamento: i soggetti con depressione maggiore mostrano tratti di neuroticismo (affettività negativa)
- Ambiente: nelle vite di questi individui si osservano esperienze infantili avverse, come abusi e maltrattamenti. Allo stesso modo eventi stressanti possono innescare il disturbo stesso.
- Genetica: i familiari di soggetti con depressione maggiore hanno un rischio di sviluppare lo stesso disturbo che va da 2 a 4 volte in più rispetto alla popolazione generale. Alcuni studi riportano un tasso di ereditarietà del 40% e il tratto di personalità del neuroticismo sembra giocare un ruolo importante in tale predisposizione genetica.
- Quadro clinico: è importante valutare i disturbi in comorbidità. Spesso la presenza di ansia, abuso di sostanze e disturbi di personalità borderline possono aggravare il disturbo. Perciò un corretto trattamento dovrà tenere in considerazione il quadro clinico a 360 gradi.
Trattamento
Il disturbo depressivo maggiore è spesso un disturbo cronico e recidivante. Perciò è necessario seguire il paziente lungo il corso della sua vita tramite un corretto sostegno farmacologico, affiancato da percorsi di psicoeducazione e psicoterapia. Per un maggior approfondimento si veda questo articolo.
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Pub.
Liliana Dell’Osso,Antonio Vita,Armida Mucci (2018). Manuale di clinica e riabilitazione psichiatrica. Dalle conoscenze teoriche alla pratica dei servizi di salute mentale. Vol. 1: Psichiatria clinica. Giovanni Fioriti Editore. EAN: 9788898991792
Dott. Davide Bertelloni
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