
Epigenetica e comportamento: Evidenze su 5-HTTLPR e MAOA tra depressione e aggressività
La relazione tra genetica e comportamento sta acquisendo grande interesse negli ultimi anni. Cambiamenti o predisposizioni a livello molecolare sono stati messi in relazione a specifici pattern di comportamento. Questo è riscontrabile studiando i cosiddetti polimorfismi a singolo nucleotide (SNP), ovvero variazioni di DNA che sono alla base dell’unicità di ciascun individuo. Specifici SNP rendono il soggetto maggiormente reattivo nei confronti degli stimoli provenienti dall’ambiente, per questo un ambiente disfunzionale in associazione ad una particolare predisposizione genetica può indurre l’insorgenza di comportamenti devianti.
Un esempio verte sull’evidenza riscontrata in merito al gene MAOA, il quale codifica un enzima implicato nel metabolismo delle catecolamine. Si distinguono 2 tipi di polimorfismi: Ipofunzionante (LOW) e Normofunzionante (HIGH). Se il soggetto presenta il polimorfismo LOW avrà una predisposizione verso comportamenti aggressivi ed impulsivi. Tuttavia, affinché questi insorgano, risulta necessaria la co-presenza di un’ambiente disfunzionale (se presente invece un ambiente positivo ed arricchito la sola presenta del polimorfismo LOW non comporta l’insorgenza di tali comportamenti). Quindi la presenza del polimorfismo LOW per il gene MAOA insieme ad un ambiente negativo (per esempio maltrattante, abusante,…) aumenta la probabilità dell’insorgenza di comportamenti aggressivi e violenti. Criminali, persone violente e molestatori, spesso presentano la combinazione di questi due fattori (Avshalom Caspi et al., 2002; Meyer-Lindenberg, Andreas et al., 2006; Buckholtz and meyer-Lindenberg., 2008).
Parallelamente anche l’allele Short del polimorfismo 5-HTTLPR del gene 5-HTTP sembra avere un ruolo molto importante a livello comportamentale. Il gene 5-http codifica per una proteina che si occupa del trasporto della serotonina, un neurotrasmettitore fondamentale nei disturbi dell’umore e per il benessere del soggetto. Individui con il polimorfismo SHORT (S) sono più predisposti a sviluppare un disturbo depressivo in seguito alla presenza di eventi scatenanti, rispetto a individui con il gene normofunzionante (Avshalom Caspi et al., 2003). Inoltre, individui S mostrano una maggiore attivazione dell’Amigdala davanti ad espressioni di paura, questo spiega come mai essi abbiano attivazioni fisiologiche più marcate con reazioni immediate allo stimolo (Ahmad R. Hariri et al., 2002).
In conclusione, la genetica gioca un ruolo fondamentale nel comportamento del soggetto, tuttavia deve essere inquadrata insieme all’interazione ambientale, epigenetica. Elementi molecolari quindi formano il substrato per processi macrocellulari su larga scala, i quali si credono responsabili dell’emergere del comportamento umano.
Bibliografia
Buckholtz, J. W., & Meyer-Lindenberg, A. (2008). MAOA and the neurogenetic architecture of human aggression. Trends in Neurosciences, 31, 120–129.
Caspi, A., McClay, J., Moffitt, T. E., Mill, J., Martin, J., Craig, I. W., … Poulton, R. (2002). Role of genotype in the cycle of violence in maltreated children. Science (New York, N.Y.), 297, 851–854.
Caspi, A., Sugden, K., Moffitt, T. E., Taylor, A., Craig, I. W., Harrington, H., … Poulton, R. (2003). Influence of life stress on depression: moderation by a polymorphism in the 5-HTT gene. Science (New York, N.Y.), 301, 386–389.
Hariri, A. R., Mattay, V. S., Tessitore, A., Kolachana, B., Fera, F., Goldman, D., … Weinberger, D. R. (2002). Serotonin transporter genetic variation and the response of the human amygdala. Science (New York, N.Y.), 297, 400–403.
Meyer-Lindenberg, A., Nichols, T., Callicott, J. H., Ding, J., Kolachana, B., Buckholtz, J., … Weinberger, D. R. (2006). Impact of complex genetic variation in COMT on human brain function. Molecular Psychiatry, 11, 867–877, 797.
Meyer-Lindenberg, Andreas, Buckholtz, J. W., Kolachana, B., R Hariri, A., Pezawas, L., Blasi, G., … Weinberger, D. R. (2006). Neural mechanisms of genetic risk for impulsivity and violence in humans. Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, 103, 6269–6274.
Dott. Davide Bertelloni
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