
Ipocondria: quando l’ansia di contrarre una malattia diventa patologica
La preoccupazione verso la propria salute è una condizione che caratterizza ogni essere vivente, tuttavia quando questa diventa eccessiva e infondata può sfociare in un disturbo psicopatologico. Infatti, porre costante attenzione ai sintomi che provengono dal nostro corpo e darvi un’interpretazione di malattia, anche nel caso in cui tali sintomi siano lievi, comporta livelli di ansia elevati che caratterizzano la maggior parte delle giornate di questi soggetti. In tali casi si parla di ipocondria (o disturbo d’ansia per la salute) e alcuni studi hanno rivelato un’incidenza nella popolazione generale compresa tra l’1.3% e il 10%.
Sintomi dell’ipocondria
Secondo quanto riportato nel manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM-5), per fare diagnosi di ipocondria è necessario che siano rispettati alcuni criteri:
- Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
- I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla, la preoccupazione risulta eccessiva o sproporzionata.
- È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e un alto livello di allarme su questi temi.
- L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (come controllare di continuo il proprio corpo alla ricerca di segni di malattia) o presenta un evitamento che potrebbe danneggiare la sua vita quotidiana (evita visite mediche e ospedali).
- La preoccupazione per la malattia è presente da almeno 6 mesi, anche se la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di questo lasso di tempo.
Comportamento del soggetto ipocondriaco
Questi pazienti tendono a voler tenere sotto controllo ogni minimo sintomo che percepiscono dal loro corpo. Questo perché associano a quel sintomo la preoccupazione di sviluppare malattie. È in tale condizione che mettono in atto due principali comportamenti: l’eccessiva richiesta di assistenza medica oppure l’evitamento di essa. Nel primo caso si rivolgono in modo assiduo e periodico al proprio medico di base e/o centri specializzati, sebbene gli esami svolti risultino negativi e loro si rivelino in buona salute. Nel secondo caso, alcuni soggetti, tendono a evitare l’assistenza medica per paura di scoprire una grave malattia.
È tuttavia necessario sottolineare che pazienti affetti da reali malattie è normale che possano sviluppare livelli di ansia elevati, perciò in questi casi è scorretto parlare di ipocondria.
Modello cognitivo dell’ipocondria
Secondo il modello cognitivo dell’ipocondria (Salkovskis 1989, 1995, 2001), essa ha origine da eventi critici sperimentati in fasi precoci della propria vita (come la morte di una persona cara, una malattia, informazioni inerenti patologie mediche). Da questi eventi sono sorte convinzioni disfunzionali relative il proprio benessere e la salute in generale. Qualora tali convinzioni vengano attivate si innescano delle immagini mentali legate alla propria salute, portando quindi alla percezione che tali sensazioni fisiche siano indice di gravi patologie. Facciamo qualche esempio:
- cuore palpitante che esplode
- polmoni che non si riempiono completamente di aria
- emorragie cerebrali
- corpo devastato da una neoplasia
- immagini o fantasie di sofferenze atroci legate alla devastazione del corpo che si possono verificare in un momento imprecisabile
In definitiva si innesca un circolo vizioso che ruota intorno alle interpretazioni negative delle informazioni sulla salute. Tali interpretazioni sono caratterizzate da:
- Eventi, stimoli e situazioni
- Emozioni di ansia e depressione
- Reazioni fisiche, cambiamenti funzionali e disturbi del sonno
- Ricerca di sicurezza
- Cognizione: attenzione selettiva verso una parte del corpo, monitoraggio costante delle sensazioni fisiche, ruminazioni e tentativi di controllare i propri pensieri
- Comportamento: autoesami, riposo auto-imposto, misure preventive, evitamento, continue e necessarie richieste di rassicurazione, consultazioni mediche frequenti
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Pub.
Pagnanelli, R. (2009). L’ipocondria. L’ipocondria, 1000-1014.
Dott. Davide Bertelloni
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