
La crisi: un processo fondamentale per l’evoluzione psichica
Ciascuno di noi costruisce la propria esistenza momento dopo momento, tanto da essere adesso profondamente diverso da ciò che era un istante prima. Ogni cosa ci cambia, ci trasforma, e ci rende unici. Mutiamo in modo estremamente veloce, tanto velocemente che spesso non abbiamo il tempo materiale di trovare un equilibrio. Ciò che ci circonda non è mai uguale a sé stesso, perciò anche noi abbiamo l’esigenza di cambiare. Ma cambiare significa demolire quello che è già presente per ricostruire il nuovo. Si tratta di un processo insito nella natura umana, un processo che ci consente di evolvere. È in quei momenti che si entra in quella condizione naturale chiamata crisi, una condizione spesso vissuta in modo negativo. Ma se pensiamo ad essa a come un elemento adattivo, un elemento funzionale e creativo, diventa per noi una vera salvezza. In poche parole, è la necessità di bisogno che ci consente di modificare parti del nostro sé e di strutturarle nel modo più consono alla nostra esistenza.
Proprio come definì Paul Claude Racamier (1985), per poter parlare di crisi psicologica è necessaria la presenza della rottura dell’equilibrio psichico precedentemente raggiunto. Entrare in crisi è come entrare in un percorso nel quale non posso tornare indietro. Un percorso che talvolta ci trascina in una condizione intermedia tra la normalità e la patologia. Un luogo che non ti appartiene e non ti definisce, dal quale tenti di scappare ma senza successo, perché sebbene ti dimeni nulla sembra voler almeno tornare alla situazione di partenza. In essa di nasconde quindi l’inevitabile necessità di cambiare, di trovare una nuova modalità di relazionarsi interna al proprio mondo interno, e tra esso e l’ambiente che ci circonda. L’equilibrio precedente si è rotto e noi dobbiamo evolvere per raggiungerne uno nuovo.
I tasselli che compongono l’identità dell’individuo, che è la base fondante dell’equilibrio psichico, nella crisi non trovano più la loro precedente connessione. E allora è qui che si tenta di ricucire la ferita, di creare qualcosa di nuovo.
Ed inevitabilmente, quando si esce dalla crisi, ogni cosa ci appare diversa. Persino ciò che precedentemente ci affliggeva, la causa di tutto, adesso viene svalutata e ci sembra ormai sepolta nel passato, superata. In qualche modo, si potrebbe definire la crisi come un percorso funzionale al rinegoziare una nuova stabilità.
In conclusione, la crisi non è parte della nostra debolezza ma della nostra forza. L’evoluzione ci ha dotato di essa per poterci adattare all’ambiente che cambia, per poterci trasformare e modificare costantemente. La vita è un processo di individuazione ciclico che inizia alla nascita, si ripresenta nel percorso e si conclude nella tomba, e tale processo ci consente di evolvere grazie alla crisi psichica.
Bibliografia
Jung C.G. (1930-1931): “Gli Stadi della Vita”, In Opere Vol. 8, Bollati Boringhieri, Torino 1976.
Racamier, P.C. (1985): “Di Psicoanalisi in Psichiatria”, Loescher, Torino.
Dott. Davide Bertelloni
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