
MMPI-2 – Scale di validità
Scale di validità
Le scale di validità nascono con l’intento di valutare se il soggetto che ha compilato il test ha tentato un over-reporting o un under-reporting. Nel primo caso vi è un’esagerazione della sintomatologia, sia essa intenzionale o meno, dovuta ad un’alterazione della percezione della realtà. Nel secondo caso invece si assiste alla simulazione dell’adattamento al contesto, ovvero il soggetto nega i propri sintomi. Le scale di validità sono:
Scala L (Lie): valuta la tendenza a mettersi in buona luce. È formata da 15 item che riportano comportamenti comuni giudicati in modo negativo ma che mediamente le persone sono disposte ad ammettere. Per esempio: negare alcuni propri difetti o il possedere pensieri “negativi”. Sono significativi punteggi maggiori di 70 per gli uomini, 80 per le donne. Allo stesso modo punteggi inferiori di 50 potrebbero indicare uno scarso adattamento.
Scala K (Correction-Defensive Scale): valuta la tendenza a negare problematiche psicopatogiche offrendo un’immagine di sé stessi più positiva. In termini dinamici si potrebbe affermare che la scala K indica il meccanismo di difesa della “negazione”, ovvero quell’atteggiamento di rifiuto di un’evidenza percettiva (Veltri, 1968; Goretti, 2005). Più semplicemente, la scala K indica le capacità di controllo emotivo o meglio la strategia di coping basata sulla regolazione delle proprie emozioni. Punteggi maggiori di 70 indicano atteggiamenti difensivi, mentre punteggi inferiori di 40 la simulazione di disturbi psicopatologici (es. persone che richiedono aiuto).
Scala F (Infrequency): l’infrequenza indica una scarsa probabilità di fornire una data risposta, valutata associando le risposte del soggetto esaminato alle risposte che mediamente le persone forniscono ad un determinato item. Per questo motivo la scala F indica modalità atipiche di risposta, tentativi di simulazione. Sono significativi punteggi superiori di 80 che indicano la probabile presenza di un eccesso dei sintomi psicopatologici (derivanti da un’effettiva condizione di malattia o da atteggiamenti ipocondriaci). Punteggi maggiori di 90 sono però da considerare non validi, in quanto è possibile ipotizzare che le risposte siano state fornite a caso.
In aggiunta, considerando solo gli item presenti nella seconda parte del questionario, si può calcolare il punteggio della Back-page Infrequency F Scale (Fb). Anche la scala Fb indica tentativi di simulazione, ma se per la scala F si considera principalmente una psicopatologia psicotica, in questo caso il malessere indagato si riferisce al tono dell’umore con polo depressivo. Punteggi maggiori di 80 potrebbero indicare risposte casuali e/o affaticamento.
Scala VRIN (Variable Response Inconsistecy Scale): questa scala è composta da 67 affermazioni con contenuto identico o opposto. Ne consegue che le risposte fornite, per risultare coerenti, devono essere nel primo caso corrispondenti, nel secondo caso opposte. Punteggi maggiori di 70 potrebbero indicare protocolli non validi.
Scala TRIN (True Responsive Inconsistency Scale): questa scala è composta da 23 coppie di item con contenuto opposto. Si valuta quindi la tendenza ad essere coerenti o meno nella risposta, indipendentemente da quanto affermato nell’item.
Scala S (Superlative Self-Perception Scale): indica la tendenza della persona esaminata ad attribuirsi attributi positivi come, per esempio, l’avere valori morali elevati o la tendenza a prendersi grandi responsabilità. Punteggi maggiori di 60 indicano affermazioni esagerate, mentre punteggi maggiori di 70 protocolli probabilmente non validi (Butcher & Han, 1995).
Dott. Davide Bertelloni
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