
Risonanza magnetica nucleare (RMN): in cosa consiste e a cosa serve?
La risonanza magnetica è una tecnica diagnostica che fornisce immagini tridimensionali e dettagliate di una specifica area del corpo. Essa, grazie all’impiego di un grosso magnete, sfrutta i campi magnetici per rilevare la posizione dei vari tessuti, restituendo una rappresentazione grafica della struttura indagata.
Questa tecnica (che ha trovato i suoi primi impieghi in ambito medico tra il 1976/1978) è decisamente semplice da svolgere, tanto che nel tempo si è rivelata uno strumento utile in molteplici contesti tra cui l’oncologia, la cardiologia e l’ortopedia.
Come funziona la Risonanza Magnetica?
Per prima cosa è necessario precisare che tale procedura diagnostica prende il nome di “risonanza magnetica nucleare” (RMN), solitamente abbreviato in “Risonanza magnetica”. Come anticipato precedentemente essa basa il suo funzionamento su un grande magnete, il quale produce campi magnetici volti a perturbare l’orientamento degli atomi d’idrogeno presenti nelle singole cellule del nostro corpo. Il cambio di orientamento degli atomi è quindi dovuto all’azione del magnete che, se disattivato, comporta il ritorno dell’atomo alla condizione iniziale. È proprio questo ritorno dell’atomo alla condizione iniziale che consente di sprigionare energia. Tale energia verrà quindi captata da appositi rilevatori, ed elaborata tramite sofisticati sistemi computerizzati per la creazione d’immagini dettagliate.
La RMN offre quindi la possibilità di visionare sia tessuti molli (quali muscoli, nervi e vasi sanguigni), sia tessuti duri (come ossa e cartilagini). Così facendo si rivela uno strumento indispensabile per la diagnosi di molteplici condizioni patologiche.

In quali ambiti può essere impiegata la Risonanza Magnetica?
La RMN può essere impiegata in contesti medici quali:
- Sistema nervoso: diagnosi di patologie neurologiche, masse tumorali, epilessia e neurodegenerazione (es. demenze)
- Apparato gastro-intestinale: diagnosi di neoplasie e malattie infiammatorie dell’intestino
- Apparato cardio-circolatorio: per indagare vascolarizzazione di organi e tessuti
- Apparato respiratorio: tumori polmonari
- Apparato muscolo–scheletrico: danni ad articolazioni, ossa e cartilagini
Chi può e chi non può sottoporsi all’esame
La RMN è un esame semplice, tuttavia non tutti i soggetti possono effettuarlo. È necessario infatti che il clinico si accerti dell’idoneità del paziente. Non sono ammessi all’esame:
- Portatori di dispositivi (pacemaker, apparecchi acustici)
- Possessori di frammenti metallici (es. schegge, di solito presenti nell’occhio. Clip intracraniche)
- Claustrofobia
- Obesità (non è un fattore escludente, ma per persone con peso superiore ai 140-150 chilogrammi risulta complicato l’inserimento nel tubo)
Inoltre, sebbene non siamo richiesti digiuni o diete prima dell’esame, qualora sia necessario l’impiego di un mezzo di contrasto è opportuno accertarsi che il paziente non abbia allergie ad esso e che non sia affetto da insufficienza renale ed epatica. In più, si sconsiglia l’esame a donne incinte.
Come si svolge l’esame
La strumentazione impiegata per la risonanza magnetica è formata da un grosso cilindro cavo e aperto nelle due estremità. Nel buco centrale, di grandezza intorno ai 70 centimetri, viene fatto scorrere un lettino, sul quale verrà adagiato il soggetto. In modo schematico si riportano di seguito le tappe di svolgimento dell’esame:
- Questionario controindicazioni: il soggetto deve leggere e firmare un questionario che indica le controindicazioni dell’esame;
- Preparazione: il soggetto si toglie i propri indumenti e oggetti, inoltre viene istruito su come si svolgerà l’esame;
- Posizionamento sul lettino: il paziente viene fatto adagiare sul lettino scorrevole nella posizione più idonea. La posizione dipenderà dal distretto corporeo che si vuole indagare;
- Somministrazione del mezzo di contrasto (qualora questo sia previsto);
- Inizio dell’esame: il paziente deve rimanere immobile per un periodo di tempo stabilito. Piccoli movimenti possono inficiare la riuscita dello stesso. La durata dell’esame è variabile e varia dai 15 ai 90 minuti;
- Fine dell’esame: il paziente viene liberato dal tubo e portato nello spogliatoio, dove potrà tornare in possesso d’indumenti e oggetti;
- Ritorno a casa: il ritorno a casa è immediato se non è stato somministrato il mezzo di contrasto, mentre sarà necessario attendere almeno 1-2 ore dal termine della procedura se è stato somministrato il mezzo di contrasto. Questo viene effettuato come misura precauzionale per scongiurare possibili effetti avversi;
- Ritiro degli esami: in media dopo 3-4 giorni.
Vantaggi e svantaggi della risonanza magnetica
VANTAGGI
Fornisce immagini di alta qualità
È sicura e non emana radiazioni ionizzanti
Individua facilmente metastasi e neoplasie
L’esame è privo si complicazioni
L’esame non richiede preparazione
L’esame è semplice e indolore
SVANTAGGI
È necessario rimanere immobili
Non adattA a soggetti claustrofobici
Non adattA a persone obese
È rumorosA
Non adattA a portatori di dispositivi o frammenti metallici
Bibliografia
Canese, R., & Podo, F. (1994). Introduzione alla risonanza magnetica ad uso clinico. Principi fisici e strumentazione. Annali dell’Istituto superiore di sanità, 30(1), 7-29.
Caramia, F., Pantano, P., & Bozzao, L. (2000). Risonanza magnetica di diffusione e perfusione. Rivista di Neuroradiologia, 13(2), 207-215.
Coriasco, M., Rampado, O., & Bradac, G. B. (Eds.). (2014). Elementi di risonanza magnetica: Dal protone alle sequenze per le principali applicazioni diagnostiche. Springer Science & Business Media.
Dott. Davide Bertelloni
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